domenica 3 luglio 2011

Ma il consumatore è ancora un essere umano?


Il consumatore è ancora un essere umano?
Probabilmente è una categoria sostitutiva del proletariato in una società postfordista e ne è in un certo qual senso un discendente nell'evoluzione darwiniana della teoria economica.
La parola consumatore ha ancora un valore? Io penso di no.
La folle rincorsa del mercato alla ricerca del cliente ha prodotto una grave alienazione del medesimo e - in tale caso - è altissimo il rischio di perdere di vista sia il cliente sia l'orizzonte del marketing che lo sostiene.
Quest’alienazione produrrà di sicuro una sua ricaduta sul piano giuridico indebolendo la figura di riferimento del "consumatore" e del produttore-professionista.
Si rischia di mancare il bersaglio nelle politiche di controllo e di sostegno del mercato medesimo.
Fino ad ora, alcuni giuristi possedevano una buona formazione economica che permetteva loro di leggere e interpretare e adattare sul piano giuridico i momenti salienti dell'economia.
Oggi non è più così.
Il "Re" del mercato capitalistico è il marketing nella sua accezione più ampia che con le sue infinite sfaccettature e nicchie rendono inapplicabili i "vecchi rimedi giuridici" fino a ora conosciuti dalla scienza giuridica per la tutela del consumatore; in realtà è lo stesso "marketing" (uso questa parola nel significato più ampio, ma anche più ambiguo) che plasma il consumatore, che lo forma sin dall'inizio della vita.
Non siamo alla presenza di "prodotti" lanciati sul mercato per il consumatore, studiati per il consumatore, MA, viceversa, del mercato creato per il consumatore, intorno al consumatore: definendo in tal modo il marketing, di conseguenza, la parola "consumatore" perde di significato sia sul piano economico, sia su quello giuridico.
L'unica soluzione a questa gravissima denuncia di criticità socioeconomica è il ribadire ancora la centralità della persona umana come cittadino portatore di diritti inalienabili.
Il termine consumatore, un po' per lo sviluppo impietoso del mercato totale, un po' per l'attività delle imprese volta a prevenire controversie, è stato abusato e in fondo in fondo manipolato, proprio per evidenti scopi "difensivi" sia economici e sia legali.
L'abilità e l'esperienza delle imprese e del mercato totale fanno sì che le sfumature giuridiche che ruotano intorno al "consumatore" possono essere riassorbite presso altre categorie, vanificando - perché lo dividono - il più vasto campo d'azione di chi si occupa della tutela del cittadino che è quando agisce sul mercato dei beni e servizi un consumatore.
In prossimo futuro queste contraddizioni economiche e legali emergeranno con maggiore evidenza sotto l’azione "dei marketing (il plurale è d’obbligo) " che spariglieranno l'intera teoria socio economica del "consumatore e della sua tutela giuridica".

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