mercoledì 31 dicembre 2008

O stelliferi conditor orbis

O stelliferi conditor orbis,
Qui perpetuo nixus solio
Rapido caelum turbine uersas
Legemque pati sidera cogis,
Ut nunc pleno lucida cornu
Totis fratris obuia flammis
Condat stellas luna minores,
Nunc obscuro pallida cornu
Phoebo propior lumina perdat
Et qui primae tempore noctis
Agit algentes Hesperos ortus
Solitas iterum mutet habenas
Phoebi pallens Lucifer ortu.
Tu frondifluae frigore brumae
Stringis lucem breuiore mora,
Tu cum feruida uenerit aestas
Agiles nocti diuidis horas.
Tua uis uarium temperat annum,
Ut quas Boreae spiritus aufert
Reuehat mites Zephyrus frondes,
Quaeque Arcturus semina uidit
Sirius altas urat segetes:
Nihil antiqua lege solutum
Linquit propriae stationis opus.
Omnia certo fine gubernans
Hominum solos respuis actus
Merito rector cohibere modo.
Nam cur tantas lubrica uersat
Fortuna uices? Premit insontes
Debita sceleri noxia poena,
At peruersi resident celso
Mores solio sanctaque calcant
Iniusta uice colla nocentes .
Latet obscuris condita uirtus
Clara tenebris iustusque tulit
Crimen iniqui.
Nil periuria, nil nocet ipsis
Fraus mendaci compta colore.
Sed cum libuit uiribus uti,
Quos innumeri metuunt populi
Summos gaudent subdere reges.
O iam miseras respice terras,
Quisquis rerum foedera nectis!
Operis tanti pars non uilis
Homines quatimur fortunae salo.
Rapidos, rector, comprime fluctus
Et quo caelum regis immemsum
Firma stabiles foedere terras.

TE DEUM

Te Deum laudamus:
te Dominum confitemur.
Te aeternum patrem,
omnis terra veneratur.

Tibi omnes angeli,
tibi caeli et universae potestates:
tibi cherubim et seraphim,
incessabili voce proclamant:

"Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt caeli et terra
majestatis gloriae tuae."

Te gloriosus Apostolorum chorus,
te prophetarum laudabilis numerus,
te martyrum candidatus laudat exercitus.

Te per orbem terrarum
sancta confitetur Ecclesia,
Patrem immensae maiestatis;
venerandum tuum verum et unicum Filium;
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.

Tu rex gloriae, Christe.
Tu Patris sempiternus es Filius.
Tu, ad liberandum suscepturus hominem,
non horruisti Virginis uterum.
Tu, devicto mortis aculeo,
aperuisti credentibus regna caelorum.
Tu ad dexteram Dei sedes,
in gloria Patris.
Iudex crederis esse venturus.
Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni,
quos pretioso sanguine redemisti.
Aeterna fac
cum sanctis tuis in gloria numerari.

Salvum fac populum tuum, Domine,
et benedic hereditati tuae.
Et rege eos,
et extolle illos usque in aeternum.

Per singulos dies benedicimus te;
et laudamus nomen tuum in saeculum,
et in saeculum saeculi.

Dignare, Domine, die isto
sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Domine,
miserere nostri.

Fiat misericordia tua, Domine, super nos,
quem ad modum speravimus in te.
In te, Domine, speravi:
non confundar in aeternum.

Buon Anno!

domenica 21 dicembre 2008

BUON NATALE!

"Ad ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, va riconosciuta la dignità di persona."

 

Tratto dall’Istruzione "Dignitas personae. Su alcune questioni di bioetica"

mercoledì 17 dicembre 2008

Eluana e il partito della puntura 2.0

In precedenza abbiamo scritto sul dovere di essere "ottimisti" per decreto (vedi post del 25/11/08) e sul c.d. "partito della puntura" (vedi post del 15/11/08).
Nell'imminenza dell'epilogo della vicenda umana di Eluana Enghelaro (assurta a simbolo di una campagna mediatica atroce e a volte disgustosa), voglio fare chiarezza una volta per tutte circa l'ordine delle cose.
Siamo in presenza di una persona che sta vivendo un diversa forma di vita, è viva, sì è viva anche con l'aiuto delle macchine e dell'alimentazione meccanica.
Questa persona ha la stessa dignità che ho io e che ha chi legge questo post.
Questa persona ha lo stesso diritto di vivere la vita come faccio io e come fate voi.
Questa persona - finché Dio lo vorrà - vivrà: questa vale per me e per voi lettori!
Per questi motivi, la morte per fame e sete non è accettabile; essa è una condanna a morte medioevale, da Conte Ugolino!
Chi vuole questa soppressione (usiamo un termine veterinario) vuole che ogni persona sia soggetta a un principio economicistico; questo principio ha giudato progressivamente il mondo occidentale dall'Epoca dei Lumi ai giorni nostri, causando catastrofi, scaigure e continue guerre in nome e della Libertà, dell'Uguaglianza e - udite udite - della Fratellanza (a questo proposito v'invito a leggere il post "La pratica quotidiana dell'omicidio" del 24/7/2008)!
Questo sistema socio economico è evidente ormai NON regge più innanzi alle fin troppe contraddizioni che stanno emergendo nel suo stesso seno.
Inoltre, la progressiva emersione di culture diverse da quelle d'ispirazione occidentale determina una accellerazione dello sfaldamento delle "sicurezze dogmatiche" dell'illuminismo.
Il filosofo francese Carat chiaramente ammette dal suo punto di vista scientista-illuminista il fallimento del progetto dei Lumi.
L'apostasia dal Dio giudaico-cristiano, il rifiuto netto delle "radici cristiane" dell'Europa provocano rapidamente lo sfascio delle società post-illuministe e per quanto concerne la vita pubblica, determinano lo svotamento della democrazione, trasformando gli stati del XXI in burocrazie tecnocratiche, dove la CONTABILITA' soppianta qualsiasi valore.
In questa gestione contabile, Eluana e "quelli-come-Eluana" sono di troppo, come (uso apposta un termine violento) i matti, i cieci, gli storpi, i sordi e soprattutto i  "poveracci": chi versa in queste condizioni fisiche e/o economiche cessa di essere persona umana creata a immagine del DIO di Israele e dei Cristiani, ma diventa un intralcio, l'ennesima pratica della contabilità sociale, UN COSTO tremendo per coloro i quali - lo apprendiamo in questi giorni - hanno RUBATO miliardi di euro indisturbati e pretendono di decidere ancora delle sorti del mondo intero e della vita mia, tua e di quella di Eluana.
Ecco perché Eluana deve morire; è un prodotto difettoso, da rottamare per il "suo bene".
Sta scritto NON UCCIDERE e questo comandamento deve essere rispettato sempre, ovunque.
Innanzi a questo squallore non si puà essere ottimisti, neanche per decreto.


domenica 7 dicembre 2008

"Perchè dobbiamo dirci Cristiani" di Marcello Pera

Marcello Pera ha pubblicato recentemente il suo nuovo studio intitolato "Perché dobbiamo dirci Cristiani".

La rivista "Tempi" ha intervistato Marcello Pera.

In calce, riporto in questo post un brano tratto dall'intervista rilasciata da Marcello Pera a Emanuele Boffi del settimanale "Tempi" del 1/12/2008 che reputo interessantissima per illustare la tendenza fondamentale del nostro tempo che cancella qualsiasi immagine divina dalla nostra esistenza conseguente alla degenerazione del progetto illuminista di vivere senza Dio.

Questa perversione collettiva è una pratica quotidiana che mostra palese ostilità a tutti coloro i quali credono nella potenza salvifica di Nostro Signore.

Non si tratta di un sintomo - come alcuni corifei del totalitarismo illuminista - di un "superamento", o dell'avvento di una società post-cristiana, MA di un sistematico dileggio di quanto fa diretto, o indiretto riferimento alla Civiltà Cristiana, non solo come fatto storico, MA anche e soprattutto come proposta di Civiltà dell'Amore, che il razionalismo post-illuminista glorifica nelle istituzioni ad esso preposte quali ONU e Unione Europea.

Senza una risemantizzazione della laicità non troveremo un approdo stabile e sicuro e la "crisi" che finalmente ci attraversa mostrerà il suo lato più occulto avente come caretteristica più notevole il definitivo cedimento etico della società occidentale.

La contemplazione del "trono vuoto", libero da Dio, così caro agli illuministi si manifesta in questo frangente attraverso un libertinismo sfrenato e confuso, sia nei rapporti interpersonali, sia in quelli economici: da qui deriva la catastrofe attuale il cui unico antidoto risiede nella consapevolezza di avere delle radici profonde e sicure nell'eredità giudaico-cristiana per costruire su di esse "una nuova esistenza".

Domanda Giornalista: Lei scrive che l'idea illuminista di vivere "come se Dio non esistesse" non dà frutti. Mentre accogliere la sfida di Benedetto XVI a vivere "come se Dio esistesse" darebbe all'uomo contemporaneo una speranza che il nichilismo e il relativismo hanno finito per soffocare. Si spinge anche oltre e dice che noi "dobbiamo" vivere come se Dio esistesse. Che non si debba solo credere "che", ma credere "in". Come questo dovere non sconfina nell'imposizione? Come si preserva la libertà personale? 

Risposta Marcello Pera: C'è una distinzione importante che non deve essere perduta. Credere "che" è diverso da credere "in". Credo che il cristianesimo sia la fonte della nostra migliore civiltà, che le virtù cristiane siano le migliori per la vita individuale e collettiva, che l'idea dell'unità di tutto il genere umano perchè figlio di Dio ha prodotto le migliori conquiste civili, eccetera. Chi crede "in", fa un passo oltre: crede in una Persona, ha esperienza di un incontro, avverte una presenza. Costui è il credente in senso stretto, l'uomo di fede. Credere "che" è indispensabile, è uno sforzo che ciascuno deve fare, ma il credere "in" è un atto di grazia, che non dipende da alcuno sforzo intellettuale. Per il credente, Cristo si dà, si manifesta, si incontra, non si prova o argomenta. à necessario però che chi si limita al solo credere "che" non chiuda la porta al credere "in", non lo consideri un atto irrazionale o impossibile. Il messaggio di Pascal o di Kant consiste proprio nell'apertura al credere "in"

..... marxista....

Non vorrei mai far parte di un club che accetti fra i suoi membri un tipo come me!
Groucho Marx

lunedì 1 dicembre 2008

Voglio avere torto

Come più volte ho sottolineato in questo blog, voglio avere torto.

ciò che penso

Il nuovo Presidente degli Stati Uniti ha praticamente finito di formare la nuova amministrazione e il giudizio a caldo deve essere durissimo e molto negativo, giacchè ripropone il problema di tutte le democrazie occidentali: l'impossibilità di un vero cambiamento.

Il risultato per quanto concerne la "nuova" (sic!) amministrazione americana è così evidente che un dicastero chiave, quello della difesa, avrà lo stesso ministro proveniente dalla tanto esecrata amministrazione Bush e per fortuna lo slogan elettorale del "nuovo-che-avanza" era "Change", cambiamento.....

La scelta elettorale non può essere ogni volta sistematicamente tradita: gli elettori NON sono degli spettatori passivi, incapaci di qualsiasi capacità critica.

La novità non è rappresentata dalla cooptazione sistematica di ex avversari politici, o addirittura ministri di un governo contro il quale si spesa un'intera campagna elettorale da settecento milioni di dollari!

Mentre il popolo sovrano perdeva le case per colpa di quelli-che-sono-scappati-con-la-cassa, il "nuovo" presidente nominava come suo consigliere personale un ex amministratore di una banca specializzata in mutui per la casa che era stata da poco nazionalizzata, rendendo così gli Stati Uniti il terzo paese più comunista del mondo, dopo la Corea del Nord e la Cina (ancora per poco)!

Non è più sufficiente parlare di emersione delle contraddizioni: questa degenerazione distruggerà tutto il sistema sociale, politico ed economico del c.d. mondo occidentale.

Non regge a qualsiasi giustificazione di qualunque genere un'amministrazione che rappresenta la coalizione dei "naufraghi" del sistema del libero mercato del lavoro altrui, che massimizza per sé i profitti, e, in caso di perdite, le socializza!

Nei prossimi quattro anni di questa "nuova" presidenza assiteremo a un crescendo di eventi incontrollabili  e incontrollati che travolgeranno con una crisi internazionale senza precedenti questo stato di cose, ma almeno per chi sopravviverà ci sarà il cambiamento. 

CONCORDIA RES PARVAE CRESCUNT