..... a proposito ..... che fine ha fatto il signor K?
..... i media si scordati di lui affinché lui stesso dimentichi?
E il "processo"?
Spero che signor K abbia buona memoria ...... e anche buona salute......
..... a proposito ..... che fine ha fatto il signor K?
..... i media si scordati di lui affinché lui stesso dimentichi?
E il "processo"?
Spero che signor K abbia buona memoria ...... e anche buona salute......
PF visitate il sito www.bnk209.it il mio sito www.stlm.it e il mio blog www.avvocatomorini.blogspot.com potrete capire chi siamo e cosa facciamo.
Radio 24 è una delle poche fonti che parla chiaramente delle dimensioni e delle conseguenze del tutto ignote della c.d. “crisi finanziaria”!
Mi occupo da anni di consumerismo e vedo già ora la catastrofe divorare persone fisiche e PMI.
La social card NON è nemmeno un palliativo, giacché le cure palliative leniscono almeno il dolore di chi è versa in stato terminale, nel nostro caso non otterranno nessun risultato se non quello di fare aumentare l’esasperazione dei beneficiari.
Conosco una donna di 78 anni, sola al mondo che NON mangia alcuni giorni per pagare l’affitto!
Occorrono misure eccezionali che aiutino davvero chi è in difficoltà, altrimenti la social card rischia solo di essere la brioche di Maria Antonietta (solo che ora la situazione è molto più grave di allora)!!!
Grazie per l’attenzione e sono pronto a parlare con lei in merito per essere più dettagliato.
Avv. Mario Umberto Morini
L'unica soluzione a questo problema di forte ricaduta giuridica è risemantizzare il valore della persona umana come cittadino portatore di diritti inalienabili, sanciti nella Costituzione e nelle Convenioni Internazionali.
Il termine consumatore, un po' per lo sviluppo impietoso del mercato totale, un po' per l'attività delle imprese volta a prevenire controversie, è stato abusato e, in fondo in fondo, manipolato, proprio per evidenti scopi "difensivi".
L'abilità e l'esperienza delle imprese e del mercato totale fanno sì che le sfumature giuridiche che ruotano intorno al "consumatore" possono essere riassorbite presso altre categorie, vanificando - perché lo dividono - il più vasto campo d'azione di chi si occupa della tutela del cittadino (che è anche consumatore).
In prossimo futuro queste contraddizioni emergeranno con maggiore evidenza sotto la spinta "dei marketing" che spariglieranno l'intera teoria socio economica del "consumatore e della sua tutela".
Infatti, sia l'aspetto del diritto positivo, sia quello della sua applicazione, sono già stai resi statici e imbalsamati nel Codice del Consumo, una sorta di "enciclopedia" del diritto del consumatore che - messa in competetizione - con il turbomarketing rende già ora l'effettiva tutela del diritto del consumatore.
A mio giudizio l'unico sbocco per la soluzione delle controversie consumeristiche passa attraverso la tutela giurisdizionale consumeristica con sezioni specializzate e con un rito processuale ridotto all'osso e con poteri rafforzati investigativi in capo al giudice.