venerdì 29 luglio 2011

La ginestra

QUESTE SONO LE ULTIME PAROLE DEL LEOPARDI:

"CI VEDO PIU' POCO. APRI QUELLA FINESTRA. FAMMI VEDERE LA LUCE."

NAPOLI, 15 GIUGNO 1837.

mercoledì 13 luglio 2011

NOI DA SOLI

http://www.corriere.it/politica/11_luglio_13/manovra-pdl-rivolta-parlamentari-avvocati-notai_559a3b1c-ad65-11e0-83b2-951b61194bdf.shtml

Le riforme si fanno insieme e NON contro qualcuno o qualcosa. Bisogna essere propositivi e questa manovra è una follia perchè - con la scusa delle (finte) liberalizzazioni - in verità vuole annientare chi è in grado - esercitando una arte liberale - di avere capacità critica, chi - mediante la sua indipendenza economica piccola o grande che sia - può fare da sé e provvedere per sé.

lunedì 11 luglio 2011

Che cosa sarà. (L'Italia di Giuseppe Rovani)


L'Italia è come la Torre di Pisa? Pende, pende e non s'arrende?
Malgrado io sia un ottimista ben informato, il momento cruciale che stiamo vivendo  è offuscato non solo dalla calura estiva, ma anche dall'opera capillare che il governo e l'opposizione stanno compiendo per disinformare la pubblica opinione.
Distratti come siamo dalle vacanze che non faremo (i quattro quinti degli italiani non si possono permettere vacanze) NON siamo interessati alla frana che sta iniziando a travolgerci, delicatamente, senza fretta, un po' per volta, in modo tale che - quando la rovina sarà manifesta - NON avremo alcun scampo!
Eppure i protagonisti e i caratteri dei medesimi sembrano usciti da un romanzo scritto più di centocinquanta anni fa, "Cento Anni" di Giuseppe Rovani.
In quel oceano di parole, il milanese Rovani ha detto e descritto tutto quello che c'era da dire sulla inconsistenza del ceto dirigente dell'Italia preunitaria nel periodo che va dal 1750 al 1850.
A volere ambientare questo romanzo ai nostri giorni NON si farebbe sforzo alcuno, data la familiarietà delle pensiero e dell'azione che muove i singoli personaggi del libro.
Credo che vi sia coerenza - nel senso proprio di questo termine - tra il nostro passato e quello attuale, ove l'unico interesse che guida il c.d. ceto dirigente è il proprio "particulare", come descritto da Messer Guicciardini.
C'è speranza? C'è una via d'uscita?
Il mondo d'oggi, a differenza del passato, è (economicamente e socialemente) più vasto e più complesso e, a questi cambiamenti, gli italiani non sono interessati perché non sono stati adeguatamente informati dai mezzi di comunicazione.
Quando la frana sarà evidente, scoppierà - come al solito - l'emergenza, parola importantissima nel lessico della Repubblica Italiana. 
Con l'emergenza si sopprimeranno gli ultimi spazi di libertà e di diritto ancora praticabili e si perverrà alla svolta autoritaria da decenni minacciata e sempre rinviata: in una simile evenienza non sarà invece possibile evitare la caduta del quadro democratico, giacché i gravi problemi di approvvigionamento alimentare, di caos finaziario e di sicurezza interna e esterna all'Italia "obbligheranno" il governo a optare per scelte decise e radicali.
I sintomi sono fra noi: Equitalia, il potere delle banche, delle assicurazioni e dei "poteri forti" dentro e fuori il sistema giudiziario italiano, dentro e fuori il sistema parlamenare italiano fanno comprendere che non si è in presenza di azioni lobbistiche, MA di un serio tentativo di cambiare le regole del gioco.
In una democrazia le regole del gioco sono espresse nella Costituzione. Ogni Costituzione democratica ha regole al suo interno per la modifica della medesima, e anche la nsotra possiede norme in materia.
Per cambiare la Costituzione, in ogni democrazia, c'è bisogno di una maggioranza qualificata e del rispetto della procedura dettata per realizzare l'emendamento.
In Italia NON esiste una maggioranza qualificata per la modifica della Costituzione e allora si cerca di affogarla, sì, conio l'espressione "affogamento della Costituzione".
Se non posso fare il cambiamento che voglio, allora sprofondo e affogo tutto.
Questo è lo scopo di moltissime leggi e leggine che - andando oltre il tollerato sfondamento costituzionale - servono ad affogare nella loro incostituzionalità l'intero quadro costituzionale.
Queste leggi sono presentate agli italiani come norme di liberalizzazione o di tutela del consumatore (e mai del cittadino) in cotrapposizione con lacci e lacciuoli della "burocrazia" e della lentocrazia che penalizzerebbero il cittadino, ma, a ben vedere, NON è così!
In  realtà è in corso un attacco mirato e concentrico sulla Giustizia italiana, sia contro chi amministra la giustizia (e potrebbe essere ovvio in simile turpe iniziativa) ma anche e soprattutto contro chi fa rispettare le leggi o permette l'accesso alla giustizia, ossia gli avvocati.
L'avvocatura è l'unica professione che ha valenza costituzionale (art. 24 Cost) e, se praticata come arte liberale, è un grave ostacolo ai manovratori che desiderano "riformare", affogandola la Costituzione, e i suoi (troppi) diritti fondametali.
La debolezza della azione e della reazione - tutta improntata al quieto vivere all'italiana - dei giudici e degli avvocati è la maggiore risorsa di chi non accetta le regole e di chi le sta cambiando senza averne alcun diritto.
La mollezza con cui si battono i ceti intellettuali italiani innanzi ai soprusi degni dei "fermieri del tabacco" narrati dal Rovani e oggi praticati da EQUITALIA, dalle varie Agenzie e Autirità "Indipendenti" (sic!), unita alla incapacità di comprendere che la democrazia si compie se il cittadino è davvero in una posizione effettiva di controllare la spesa e di stabilire le entrate della cosa pubblica E' LA VERA CAUSA DELLA CADUTA PROSSIMA VENTURA.
Credo che - malgrado tutto - ognuno sia artefice del proprio destino e che, quindi, gli italiani devono prendere in mano le redini del loro futuro e lottare per esso, senza deleghe e senza mediazioni di sorta: se faremo un simile sforzo, insieme, allora ce la faremo, MA se ci lasceremo andare a ranghi sparsi nell'ennesimo "TUTTI A CASA" saranno dolori per tutti.













domenica 10 luglio 2011

Finalmente!

E' una speranza nuova, il Sud Sudan è la vittoria della ragione contro il fanatismo criminale del regime islamista di Bashar!
Bashar, come Milosevic e Mladic: alla sbarra!
Basta criminali al governo.

domenica 3 luglio 2011

Ma il consumatore è ancora un essere umano?


Il consumatore è ancora un essere umano?
Probabilmente è una categoria sostitutiva del proletariato in una società postfordista e ne è in un certo qual senso un discendente nell'evoluzione darwiniana della teoria economica.
La parola consumatore ha ancora un valore? Io penso di no.
La folle rincorsa del mercato alla ricerca del cliente ha prodotto una grave alienazione del medesimo e - in tale caso - è altissimo il rischio di perdere di vista sia il cliente sia l'orizzonte del marketing che lo sostiene.
Quest’alienazione produrrà di sicuro una sua ricaduta sul piano giuridico indebolendo la figura di riferimento del "consumatore" e del produttore-professionista.
Si rischia di mancare il bersaglio nelle politiche di controllo e di sostegno del mercato medesimo.
Fino ad ora, alcuni giuristi possedevano una buona formazione economica che permetteva loro di leggere e interpretare e adattare sul piano giuridico i momenti salienti dell'economia.
Oggi non è più così.
Il "Re" del mercato capitalistico è il marketing nella sua accezione più ampia che con le sue infinite sfaccettature e nicchie rendono inapplicabili i "vecchi rimedi giuridici" fino a ora conosciuti dalla scienza giuridica per la tutela del consumatore; in realtà è lo stesso "marketing" (uso questa parola nel significato più ampio, ma anche più ambiguo) che plasma il consumatore, che lo forma sin dall'inizio della vita.
Non siamo alla presenza di "prodotti" lanciati sul mercato per il consumatore, studiati per il consumatore, MA, viceversa, del mercato creato per il consumatore, intorno al consumatore: definendo in tal modo il marketing, di conseguenza, la parola "consumatore" perde di significato sia sul piano economico, sia su quello giuridico.
L'unica soluzione a questa gravissima denuncia di criticità socioeconomica è il ribadire ancora la centralità della persona umana come cittadino portatore di diritti inalienabili.
Il termine consumatore, un po' per lo sviluppo impietoso del mercato totale, un po' per l'attività delle imprese volta a prevenire controversie, è stato abusato e in fondo in fondo manipolato, proprio per evidenti scopi "difensivi" sia economici e sia legali.
L'abilità e l'esperienza delle imprese e del mercato totale fanno sì che le sfumature giuridiche che ruotano intorno al "consumatore" possono essere riassorbite presso altre categorie, vanificando - perché lo dividono - il più vasto campo d'azione di chi si occupa della tutela del cittadino che è quando agisce sul mercato dei beni e servizi un consumatore.
In prossimo futuro queste contraddizioni economiche e legali emergeranno con maggiore evidenza sotto l’azione "dei marketing (il plurale è d’obbligo) " che spariglieranno l'intera teoria socio economica del "consumatore e della sua tutela giuridica".

venerdì 1 luglio 2011

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Questa fotografia NON è un teatrino, ma è un'autentica tragedia che si è consumata sotto i nostri occhi. 
Mille delegati che acclamano a segretario di un partito una persona senza nessuna previa discussione e/o dibattito, senza candidatura.
Quello che accaduto oggi in Italia è inaudito e porta ancora una volta il nostro paese fuori dal resto del mondo democratico occidentale.
Una vera OPPOSIZIONE dovrebbe mostrare con sdegno la deriva plebiscitaria che si sta verificando sotto gli occhi ATTONITI della sedicente opposizione.
Matteotti fu ucciso perché parlò con chiarezza in Parlamento - facendo con nomi e cognomi - di chi voleva la deriva autoritaria, e così fecero quei pochi che compresero la gravità dei tempi in cui vivevano.
Oggi siamo tutti intorpiditi, instupiditi dalla confusione irreale e falsa che ci ottunde le menti, come se fossimo ubriachi.
Eppure io sono vivo, io sono sveglio come molti altri: dove siete? 
Volete anche voi il posto in Parlamento?
Volete un  posto in qualche segreteria politica?
Io m'impegno per me stesso e per il bene comune, ma chiedo a chi la pensa come me di farsi avanti, di dire pubblicamente quello che pensa, senza remore.
Io reagisco come posso e con quello che ho: e voi che fate?

CONCORDIA RES PARVAE CRESCUNT