giovedì 10 luglio 2008

Ma il consumatore è un essere umano?

Il consumatore è un essere umano?

Probabilmente è una categoria sostitutiva del proletariato in una società postfordista e ne è in un certo qual senso un discendente nell'evoluzione darwiniana della teoria economica.
La parola cosumatore ha ancora un valore?
Io penso di no.
La folle rincorsa del mercato alla ricerca del cliente ha prodotto un grave alienzione del medesimo e - in tale caso - è altissimo il rischio di perdere di vista sia il cliente sia l'orizzonte del marketing che lo sostiene.
Questa alienazione produrrà di sicuro una sua ricaduta sul piano giuridico indebolendo la figura di riferimento del "consumatore" e del produttore-professionista.
Si rischia di mancare il bersaglio nelle politiche di controllo e di sostegno del mercato medesimo.
Fino ad ora, alcuni giuristi possedevano una buona formazione economica che permetteva loro di leggere e interpretare e adattare sul piano giuridico i momenti salienti dell'economia.
Oggi non è più così.
Il "Re" è il marketing nelle sua accezione delle sue infinite sfaccettature e nicchie che rendono di conseguenza inapplicabili i "vecchi" concetti utilizzati fino a ora nel sostegno del consumatore.
I realtà è lo stesso "marketing" (uso questa parola nel significato più ampio ed più ambiguo) che plasma il consumatore, che lo forma sin dall'inizio.
NOn siamo in presenza di "prodotti" lanciati sul mercato per il consumatore, MA del mercato creato per il consumatore, intorno al consumatore.
Così facendo la parola "consumatore" perde di significato.
L'unica soluzione a questo problema di forte ricaduta giuridica è fissare ancora la persona umana come cittadino portatore di diritti inalienabili.
IL termine consumatore, un po' per lo sviluppo impietoso del mercato totale, un po' per l'attività delle imprese volta a prevenire controversie, è stato abusato e in fondo in fondo manipolato, proprio per evidenti scopi "difensivi".
L'abilità e l'esperienza delle imprese e del mercato totale fanno sì che le sfumature giuridiche che ruotano intormo al "consumatore" possono essere riassorbite presso altre categorie, vanificando - perché lo dividono - il più vasto campo d'azione di chi si occupa della tutela del cittadino (che è anche consumatore).

In prossimo futuro queste contraddizzioni emergeranno con maggiore evidenza sotto la spinta "dei marketing" che spariglieranno l'intera teoria socio economica del "consumatore e della sua tutela".

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