«Un calabrone entra nella stanza illuminata e va a battere velocemente contro la lampada, le pareti, i mobili. Subito si avverte il rumore secco delle sue zuccate.
Dopo un po’ si acquatta per riprendere le forze.
Ricomincia allora a urtare contro la lampada, le pareti, i vetri, e daccapo contro la lampada. Infine cade sul tavolo, zampe all’aria, e la mattina dopo è secco, leggero, morto.
Non ha capito niente, ma non si può dire che non abbia tentato.»
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